Piccoli, grandi, bianchi, colorati: non importa la forma o il gusto, i confetti matrimonio non possono mai mancare quando si organizza il proprio sì. Per l’Italia, poi, questo dolce riveste un ruolo particolarmente importante, visto che la città di Sulmona, in Abruzzo, ha la tradizione confettaria più longeva al mondo.

Nessuno può dire di non averne assaggiato almeno uno nella sua vita, ma in pochi ne conoscono effettivamente la storia. Per risalire all’origine della tradizione del confetto, infatti , è necessario tornare indietro nei secoli.

I primi confetti Sembra che il primo confetto sia stato creato con scopi curativi da un arabo di nome Al Razi, che pensò di ricoprire il medicinale con un guscio dolce per renderlo più gradevole. Non esistono però documenti ufficiali per provare questa teoria.

confetti matrimonio

Il nome

La parola confetto deriva dal latino “confectum”, participio passato di “conficere”, e significa “preparato, confezionato”. Secondo alcuni storici sono stati infatti i romani ad introdurre questo dolce per festeggiare nascite e matrimoni. Erano però gli invitati a portare i confetti agli sposi, come augurio di un futuro propizio. A quel tempo venivano realizzati con cuore di mandorla, miele e farina, visto che fino al tardo Quattrocento lo zucchero in Europa non c’era ancora. Nel Medioevo, invece, questo termine veniva usato per le confetture o per la frutta secca ricoperta di miele, non al confetto così come lo conosciamo oggi. Di confetti si ha notizia anche a partire dal 1200 a Venezia, dove arrivavano dai mercati dall’estremo oriente. Era infatti in uso nell’impero bizantino gettare questi dolcetti dai balconi nobiliari, sul popolo festante durante i festeggiamenti carnasciali (per questo motivo il rivestimento era duro).

La scuola italiana La tradizione abruzzese è molto antica. Il primo documento sulla lavorazione dei confetti, custodito nell’archivio del comune di Sulmona, risale infatti al 1492. Furono poi le monache del monastero di Santa Chiara dello stesso paese a creare, attorno al 1500, fiori, grappoli, spighe, rosari e cestini di confetti legati con fili di seta.

Confetti matrimonio e bomboniere Il confetto abbinato alla bomboniere risale alla tradizione francese di conservare i dolcetti in preziosi cofanetti, risalente al 1200. Il “bon bon” in francese è un piccolo contenitore, cesellato da orafi di prestigio, che i nobili ostentavano con orgoglio. Da qui, l’usanza di utilizzarle per accompagnare i lieti eventi della vita, come nascite, matrimoni e festeggiamenti importanti.

L’uso dei confetti matrimonio Già secoli fa, i confetti matrimonio venivano lanciati agli sposi all’uscita della chiesa insieme al riso e ai petali, ma invece che avere l’anima di mandorla, contenevano un seme di coriandolo. Per questo motivo, in molte lingue straniere oggi la parola “confetti” significa proprio coriandoli.

confetti matrimonio

Il colore

La tradizione vuole che il confetto usato per il matrimonio sia bianco, ad indicare la purezza della sposa, e che ogni anniversario di matrimonio abbia il suo colore specifico. I colori vennero aggiunti soli a partire dal XIX secolo. Il bianco simbolizza la purezza ed è usato per il matrimonio o la prima comunione, il rosa o l’azzurro per il battesimo, il verde speranza per il fidanzamento, il rosso per l’esame della tesi di laurea, l’argento per il venticinquesimo e l’oro per il cinquantesimo anniversario di matrimonio.

Quanti devono essere i confetti? Secondo la tradizione, nella bomboniera i confetti dovrebbero essere cinque, come augurio di fertilità alla coppia e simbolizzano salute, fertilità, longevità, felicità, ricchezza. Inoltre il numero cinque è un numero che non si può dividere, come non si può dividere il cammino che i neo sposi stanno cominciando a compiere insieme.

La confettata Negli ultimi anni molti sposi hanno scelto la confettata, ovvero un tavolo tutto dedicato ai confetti matrimonio, declinati in ogni forma e gusto: papaya, banana, fragola, caffè, rosa e chi più ne ha più ne metta. Vengono posti in varie ciotole e gli invitati possono assaggiarli liberamente e portarne qualcuno a casa grazie a scatoline o bustine messe a disposizione.